venerdì 6 maggio 2011

Dispense (IV parte)

Se è vero, come verosimilmente appare, che Jacques non ha avuto in vita sua alcun trattamento di prima classe, allora sembrano piuttosto contraddirsi anche le parole servo e amico. Un’altra variante di questo rapporto da Roth così tanto magnificato sono il tenente ed il suo aiutante Ornufrij; questo impiegato contadino si attacca in modo commovente alle calcagna del suo padrone, e quando quest’ultimo rimane a corto di soldi questi intraprende un viaggio di un giorno per andare a prendere i suoi risparmi sepolti sottoterra.

Qui non si deve mettere in dubbio il contenuto veritiero degli avvenimenti narrati – ci sono persino nella realtà ancora esempi di questo rapporto antico, una dedizione piena e spesso anche entusiasta di uno per l’altro, una identificazione dal basso verso l’alto ed una rinuncia alla propria personalità. La miriade di simpatizzanti che Hitler potè mobilizzare per se prendeva spunto dalle latenti condizioni che corrispondono al rapporto qui idealizzato. La dedizione dell’Io ad una entità più grande e lontana libera dalla pressione esercitata dalla responsabilità personale permettendogli allo stesso tempo di prender parte nella sua propria piccolezza al potere, di sentirsi lui stesso potente. Ma qui disturba il fatto che questo rapporto venga chiamato da Roth “amicizia” e “fratellanza” (l’imperatore e Trotta: erano due fratelli ). Poiché questa “fratellanza” è solo un mezzo per velare l’oggettiva disumanità dei rapporti all’interno della società – l’inuguaglianza sale ad un ordine “naturale” pseudofamiliare – Con ciò anche la struttura gerarchica viene motivata “come in una famiglia”. In questo modo il padrone della fabbrica è anche il “padre” e “fratello” e “amico” dei suoi impiegati. Così la realtà viene violentata.

Reich-Ranicki crede tuttavia a Roth nella sua “fraternità”: In fondo sono persone brave e a modo che fanno il loro lavoro come si deve: l’impiegato d’ufficio … , il tranquillo reporter, … il funzionario, … il diplomatico austriaco … Poco importa se imperatore o stalliere – sono tutti a mal partito. Ciò vuol dire, davanti al destino sono tutti uguali. Questo tipo di uguaglianza e fraternità risale ancor prima della egalitè e della fraternitè, e delle aspirazioni democratiche borghesi non rimane nient’altro che l’individuo borghese, o piuttosto il suo fantasma. L’imperatore ed il suo suddito fedele, Trotta ed il suo servo, ecc. – la combinazione è poi scambiabile con “Il Fuehrer ed i suoi fans”. Ma questo lo sono poi anche di nuovo Robinson con Venerdì sulla sua isola deserta, solo che qui non si guarda più in modo così ottimista in avanti, ma ci si ritira in se ed alle proprie origini di sangue e di terra. Non ci sono più persone, e c’è solo ancora il mutato Robinson, l’imperatore, l’individuo, come focus d’identificazione.

L’uguaglianza formale dei membri della società, un aspetto che accompagna l’economia del libero mercato, fu abolita dal fascismo. Nella letteratura ci si arrangia rievocando l’inuguaglianza del periodo feudale. Al vertice della gerarchia continua a stare il libero individuo che conserva il suo isolamento immergendosi in un ordine pseudo-arcaico.

Nel tentativo di sganciarsi dal brutto presente Roth ricade nell’aggressione: al posti dei rapporti concretizzati pone una specie di dipendenza “familiare”; al posto della società industriale di un capitalismo altamente sviluppato una forma d’economia contadina con semplice scambio di merci; al posto della disumanità della grande città la vita di paese; al posto del lavoro svuotato di senso delle fabbriche e delle caserme- ufficio l’agricoltura. Dalla già citata lettera: Tutto ciò che fa capo al pubblico non vale nulla … Bisogna vivere come un contadino, e se non si è immediatamente produttivi, o non lo si può essere, allora bisogna amare doppiamente i suoi e gli amici.

Così nel 1931. Amare doppiamente – è un po’ poco in un tempo in cui si stava formando il fascismo. Il “vivere semplice” ed i rapporti “semplici”, “umani” appaiono come medicina se la società è divenuta troppo complessa e disumana. La sfera privata diventa soggettivamente l’unico ambito un’attività libera ed autodeterminata è ancora possibile. L’individuo isolato apprende la vita storicamente di gruppo come evento naturale al quale non si deve opporre. Eludendo nell’ambito della finzione apparentemente privata ed indeterminata viene trascinata con sé tutta la condizionatezza – e porta qui a nuove fioriture. Così nasce poi qualcosa come la “Marcia di Radetzsky”, un romanzo “apolitico”, consumabile come un concerto festival di fine anno, la vecchia Austria …

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