giovedì 19 maggio 2011

Saggi (VII parte) L'immagine dell'Austria nella "Marcia di Radetzky"

Werner G. Hoffmeister

„Un genere molto particolare di simpatia“ – Stile narrativo e descrizione dei pensieri nella “Marcia di Radetzky”

Traduzione dal tedesco all’italiano di Gianni Casoni.

Al di fuori delle descrizioni di pensiero il ritratto satirico di Trotta viene arricchito da molti commenti diretti del narratore e da elementi descrittivi. Così dice per es. il narratore della barba a guancia di Franz Joseph von Trotta , che lui “ la portava come un pezzo d’uniforme … come prova delle sue idee dinastiche “ (26), e parla malignamente del “ passo elastico “ di von Trotta “ che i giornali erano soliti dire in lode del vecchio imperatore e che molti vecchi funzionari di stato avevano gradualmente imparato “ (143). In un dialogo con il dott. Skowronnek su suo figlio “ divide le sue preoccupazioni in principali e secondarie “ e si esprime nella caratteristica “ lingua ufficiale, lenta, un po’ nasale “ (223). Già nel primo capitolo del romanzo il narratore punta il dito sulle “ qualità medie, sempre sufficienti “ di Trotta , sul suo “ lucido e sincero intelletto “ e la sua “ scarsa fantasia “ (16). Il più caratteristico epiteto ornamentale che il narratore usa ripetutamente su Trotta è l’aggettivo “ semplice “: lo chiama una “ anima semplice “ (220,253), una “ natura semplice “ (224) e parla delle “ espressioni/concetti semplici “ che lui ha intellettualmente a disposizione.

La nostra considerazione sul modo di narrare tenuto nei riguardi dei due protagonisti del romanzo dovrebbe avere reso ben chiaro quanto il narratore, nonostante tutta la sua identificazione psicologico tecnico narrativa con i suoi personaggi, conservi i suoi propri valori e si mantenga ad un’irraggiungibile distanza critica dalle sue figure. Ciò che noi abbiamo constatato per i due protagonisti vale anche per tutti gli altri rappresentanti della monarchia presenti in questo romanzo. Soprattutto gli ufficiali intorno a Carl Joseph, ma anche l’imperatore stesso, vengono messi a nudo in parte ironicamente, in parte aggressivamente e satiricamente nella loro insufficienza. L’opinione che “ il cuore di Joseph Roth sia dalla parte della monarchia ormai sulla via del tramonto “ e che l’autore tracci “ uno schizzo degli strati sociali pieno d’amore e di compassione nei quali vengono alla luce con la massima chiarezza le tendenze al mantenimento della vecchia Austria “ (Lukacs, pag. 148), non regge ad una considerazione critica nei confronti dell’opera. E quell’interprete che non distingue tra i sentimenti del narratore e quelli dei personaggi e che giunge alla conclusione che il romanzo trasmette al lettore “ intatta “ la “ magia dell’epoca “ (Boening, pag. 185), non comprende la complessità tecnico narrativa ed il contenuto critico sociale dell’opera ad essa collegato.

Lo stile narrativo è sicuramente solo un aspetto del romanzo sotto il quale si racchiude il suo contenuto critico sociale. Un’analisi di gran lungo respiro delle componenti critico sociali dovrebbe porre la domanda fino a che punto gli elementi d’azione del romanzo episodicamente graziosi, considerati più da vicino davvero in primo piano siano in fondo solo un pretesto narrativo per una descrizione della situazione in cui si tratta più di una rappresentazione critica delle fragili convenzioni, usi, modi di pensare e d’agire nella monarchia decadente che del destino dei singoli personaggi. La vita di Carl Joseph va avanti in maniera triviale : storie d’amore, questioni d’onore, compagnie da circolo, bevute, gioco d’azzardo e debiti sono tipici processi di vita per il tenente imperiale. Ma Joseph Roth rende la trivialità degli avvenimenti tematicamente significativa poiché in essa sono rappresentate la mentalità e la compagine sociale dell’epoca. Forse Carl Joseph e suo padre devono venire considerati soprattutto come figure di contatto che introducono il lettore negli ambienti sociali – qua la casta degli ufficiali, là quella dei funzionari – che sono decisivi per lo spirito del tempo. Le più significative dal punto di vista artistico sono forse quelle scene della MARCIA DI RADETZKY che non portano avanti la trama/azione, ma che invece fanno luce sull’epoca nel tipo di quadri di genere. Sono scene in cui Roth fa vedere i costumi del periodo che precede la guerra concentrandosi su dettagli molto ricchi d’atmosfera e sui gesti ed i modi di dire delle persone; in questa occasione Roth mette in moto una procedura di realismo critico sociale di cui Theodor Fontane ed il giovane Thomas Mann sono i suoi precursori. A tali quadri di genere appartengono per es. le scene di casinò nelle quali vengono mostrate noia, monotonia ed assenza di spirito presenti nella vita delle classi privilegiate; il pranzo a casa del capitano distrettuale dove il rituale da festa copre l’assenza di relazioni umane; oppure i dialoghi del capitano distrettuale con il capo banda/direttore d’orchestra Nechwal e con altre persone di non par lignaggio del tutto improntati dalla convenzione e dalla coscienza di stato sociale. In queste scene non accade niente di essenziale, in esse non si delinea alcuna azione vera e propria. Ma con opprimente pregnanza in questi quadri si mette davanti agli occhi una compagine sociale ormai al tramonto di cui Robert Musil nell’opera L’uomo senza qualità (pag. 529) diceva : “ Non era accaduto niente nella Cacania, e prima si sarebbe pensato che questa è in effetti la vecchia, non appariscente cultura cacanica, ma questo niente era ora così inquietante come il non poter dormire o il non poter capire. “

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