sabato 7 maggio 2011

Attacco di panico, come affrontarlo

Attacco di panico, come affrontarlo

La nostra esperta ci guida alla scoperta di quello che attualmente è un vero e proprio disturbo e, che se non adeguatamente fronteggiato, rischia di compromettere seriamente la vita di colui che ne soffre
“Immaginiamo di essere a una cena con amici, in una riunione di lavoro, rilassati su una poltrona al cinema o, ancora, in macchina bloccati nel traffico. Improvvisamente, senza nessun tipo di preavviso e senza sapere perché, si entra in uno stato di angoscia profonda e malessere generale, il cuore incomincia a battere all'impazzata, il respiro si fa affannoso, le mani sono ghiacciate, si suda, si ha la sensazione di stare per svenire o addirittura di morire”.
Questo stato intenso e terribile dura da qualche minuto a un’ora circa, ma per chi lo vive sembra un’eternità. La prima volta che sorge un episodio acuto di ansia, detto più propriamente “panico”, si corre al pronto soccorso dell'ospedale di zona, si fanno esami e controesami, ma tutti i risultati sono negativi. Il panico rientra nei disturbi dell'ansia, in pratica rappresenta un suo attacco più acuto, un’esagerazione della normale reazione del corpo alla paura. Ma la persona che ne viene colpita, soprattutto le prime volte, non sa che a provocare tutto questo malessere è la paura incontrollabile. La reazione normale in questi soggetti è quella di cercarne la ragione in fatti concreti, raccontandosi che hanno mangiato troppo, o male, che sono molto stanchi, nervosi oppure che hanno molti problemi. Scatta, così, la cosiddetta ansia anticipatoria, nella quale la persona vive in attesa che arrivi un nuovo attacco acuto e, nella speranza di allontanare questo rischio, evita tutte le situazioni in cui ne ha sofferto: si finisce inevitabilmente, in questo modo, a non prendere più l'autobus, non guidare la macchina, non andare al cinema, non fare un viaggio, non recarsi al lavoro, eccetera, compromettendo in modo molto serio la propria vita.
Le cause dell'attacco di panico sono tantissime e variano da soggetto a soggetto, così come l'intensità del disturbo. La comprensione delle cause è ancora tutt’oggi difficile da definire. Numerose ricerche però hanno evidenziato una predisposizione biologica (s’ipotizza una disfunzione di due neurotrasmettitori: la noradrenalina e la serotonina in aree cerebrali specifiche, ndr), che, se unita ed eventi particolari della vita come perdite o separazioni, può innescare un processo diciamo “psico-biologico”, che porta all'attacco di panico. Se dovesse verificarsi un solo episodio, direi di non allarmarsi e prenderla solo come una brutta esperienza, ma se dovesse ripetersi è importante chiedere aiuto subito, rivolgendosi a uno specialista che in questo caso è uno psicoterapeuta.

Chiara Cimmino

www.tedescotraduzioni.com

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