lunedì 2 maggio 2011

L'onore e la passione (VI parte)

Capitolo 9°
Elsa e Sandra al capezzale di Damiano (1988)

Quando Sandra, dopo 40 anni, rivide Elsa, le corse incontro, l'abbracciò e le chiese sommessamente, in un orecchio, perdono per i suoi eccessi che l'avevano fatta soffire: Damiano era lì, una vera larva di uomo distrutto dalla malattia, ma lo sguardo e lo stile erano quelli. Disse: "Finalmente vi rivedo insieme e in pace!".
Elsa lo strinse al suo cuore e parlò, ma senza parole, con lacrime incessanti. Damiano gli regalò invece un lungo, ultimo sorriso: "La mia piccolina!". "Piccolina, che cosa ti abbiamo fatto?"
Poi ci sono tante altre cose che Elsa e Sandra continuano a raccontarci ... e chissà se tanto ancora ci troveremo a scrivere.
Elsa e Sandra ad Auschwitz nel ricordo della comune amica d'infanzia Ruth, la figlia dell'orefice ebreo
"Prendere la parola in questo luogo di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia, è quasi impossibile – ed è particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che proviene dalla Germania. In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio – un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa". Così Benedetto XVI al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio 2006. Elsa e Sandra non sono molto distanti dal papa che parla. E' stata Sandra ad informare Elsa nel corso del loro incontro all'ospedale di Carrara dell'ottobre 1988 della morte di Ruth ad Auschwitz insieme alla sua famiglia: nel 1938 erano esiliati in Francia dove furono denunciati alle SS dai collaborazionisti di Vichy nel 1943. Iniziò la loro odissea attraverso diversi campi fino all'inferno di Auschwitz. Morì il 25 dicembre 1944, aveva 17 anni.


Margherita ed Elsa di nuovo insieme dopo 64 anni (1945 - 2009)
19 agosto 2009. A villa Simoni nello splendido scenario delle Cinqueterre a Monterosso al Mare (SP) si è svolta la presentazione del romanzo del cortonese Giuseppe Bronzi SPECCHI SUL LAGO 1944 alla presenza della presidente dell'Associazione per i meetings per la memoria dr.ssa Gertrud Speer, della segretaria prof. Helen Klein docente di storia a Trier (De), dei protagonisti del romanzo "Margherita", "Luciano" ed “Elsa” e di molti iscritti all' associazione. La d.ssa Speer ha ringraziato la straordinaria mecenate di tutte le iniziative del prof. Bronzi, la d.ssa Roberta Sprengler Simoni, padrona di casa, e con lei la squisita gentilezza e disponibilità del marito dr. Luigi Simoni. E' esplosa la commozione generale quando si sono riviste, per la prima volta dopo quel 25 aprile 1945, "Margherita" ed "Elsa" ( di quest'ultima non si avevano più notizie).
Il prof. Bronzi e la dott.ssa Sprengler hanno annunciato la prossima pubblicazione del romanzo-verità L’ONORE E LA PASSIONE - IL RISCATTO DI ELSA che scriveranno insieme a 4 mani: Elsa con il suo intervento ha già disegnato una trama vasta ed avvincente.
Ha raccontato la sua vita,un romanzo sul quale non è stata ancora scritta la parola fine, data la sua iperattività, e che abbraccia oltre 70 anni di storia del novecento ed oltre: a 18 anni ausiliaria della RSI, la sua storia d’amore con Damiano, partigiano bianco e stretto collaboratore di Enrico Mattei, la sua crisi di identità e il nuovo riscatto che non è più retorico riscatto dell'onore tradito, ma la scelta forte di abbracciare i valori cristiani e democratici del partito di De Gasperi, don Sturzo, Mattei, ecc. Vive da vicino il dramma e il mistero della morte di Enrico Mattei, conosce la Pira, Fanfani, Moro , vive con grande passione la stagione del Concilio ecumenico Vaticano II, e con altrettanta frustrazione il processo involutivo ecclesiale della restaurazione voluta dall' "altro Wojtyla" in poi. Ritrova, dopo lunghe e tenaci ricerche, Damiano, scomparso dalla sua vita quarant'anni prima, soltanto nel 1988 all'ospedale di Carrara, ormai ottantenne e malato terminale di cancro.
Oggi Elsa, nata nel 1926, ha 84 anni e dal 2000, in memoria di Damiano, gestisce, vedova, con l'aiuto dei figli una piccola comunità per il "riscatto" di tossicodipendenti sulla montagna ligure di levante.
Con questo spirito, insieme a lei, i partecipanti al convegno hanno percorso la "via dell'amore" da Riomaggiore verso Manarola: "Tutta la mia vita -dice Elsa- è stata, nei contesti più diversi, un gesto d'amore, l'amore del cuore di una donna".

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