martedì 17 maggio 2011

Saggi (VI parte) L'immagine dell'Austria nella "Marcia di Radetzky"

Werner G. Hoffmeister

„Un genere molto particolare di simpatia“ – Stile narrativo e descrizione dei pensieri nella “Marcia di Radetzky”

Traduzione dal tedesco all’italiano di Gianni Casoni.

Dall’esposto rapporto del narratore con Carl Joseph, come viene articolato nelle descrizioni di coscienza e nei commenti del narratore, ne esce in una lettura critica un’immagine meno positiva del personaggio del tenente. Non si può proprio parlare di una idealizzazione romantica dell’ufficiale imperiale. Invece Roth traccia l’immagine di un giovane ufficiale dalla debole forza di volontà, malaticcio e pallido, per molti punti di vista ingenuo e limitato, che su disposizione del padre e per l’onore della famiglia indossa l’uniforme, sebbene senta segretamente il desiderio della vita semplice dei suoi avi contadini sloveni. Come modello d’obbligo e di monito, così vuole l’onore della famiglia, deve valere per lui suo nonno, l’ “eroe di Solferino “ : “ Ci si doveva sempre fermare dal nonno per rinforzarsi un po’ “ (108). Dai suoi colleghi Carl Joseph si distingue per essere per una sfumatura più sensibile, malinconico e passivo di questi. Se si volesse infilare nell’immagine del personaggio anche la trama del romanzo allora ne verrebbe fuori che Carl Joseph prende raramente l’iniziativa, agisce raramente in modo sensato ed efficace, si lascia trasportare nella maggior parte delle situazioni ed è più l’oggetto degli eventi e delle circostanze che il loro soggetto. Le sue due storie d’amore cominciano col fatto che lui viene sedotto da una donna più anziana e matura di lui.

Le faccende d’onore nelle quali Carl Joseph viene coinvolto vengono sistemate da altre persone. L’unica azione militare che gli viene richiesta lo mostra senza testa e lo spinge ad un’analisi di sé stesso che deve venire annientata dalla “parte più elevata”. Anche i suoi debiti vengono saldati dall’imperatore. E quando Carl Joseph alla fine prende commiato dall’esercito, questa non è espressione di una convinzione a lungo maturata, bensì una reazione impulsiva ad una “ scena “ nella quale lui ha perso il suo autodominio. Già poco tempo dopo Roth ironicamente gli fa indossare com’è ovvio di nuovo l’uniforme quando scoppia la guerra. La morte di Carl Joseph, che ha luogo durante il ritiro dal suo battaglione mentre è intento a portare acqua ai suoi inferiori, sta sotto una strana luce: l’azione con la quale provoca la morte è avventata e militarmente irresponsabile; forse è la realizzazione di un latente desiderio di morte. Di gran lunga del tutto lontano da corrispondere all’idea di un’eroica morte in battaglia questa sembra piuttosto anche un gesto di valorosità e nobile umanità. Il rapporto del narratore e del lettore con Carl Joseph rimane ambivalente anche nella situazione di morte.

Carl Joseph von Trotta appartiene ad un tipo di personaggio letterario che gioca un ruolo significativo nella rappresentazione critico sociale sia del periodo prima della guerra tedesco che in quello austriaco. Nonostante tutte le variazioni individuali all’interno di questo tipo si lasciano rimandare a lui Botho von Rienaecker di Theodor Fontane ( Irrungen Wirrungen ), Woldemar von Stechlin e Schach von Wuthenow, il tenente Gustl e Wilhelm von Kasda di Arthur Schnitzler (Spiel im Morgengrauen), Joachim von Pasenow di Hermann Broch ed parecchi personaggi con ruoli secondari nell’opera del primo Thomas Mann. E’ il tipo del giovane ufficiale, il cui rapporto con le norme della società è divenuto problematico, perché lui non le può più interiormente giustificare; troppo debole, troppo sensibile, troppo passivo per potere esercitare la professione di ufficiale senza pensar troppo e senza estraniamento interiore; che durante lo scontro tra la richiesta di felicità personale e le richieste sociali non finisce per naufragare né finisce per giungere ad un compromesso privato insoddisfacente. Poiché i personaggi di questo tipo incarnano la mediocrità umana, ma sono al contempo appartenenti ad uno strato sociale privilegiato con coscienza di classe ben pronunciata ed un rigido codice d’onore allora si lascia in essi efficacemente creare una tensione tra l’essere personale e le convenzioni societarie sovraindividuali. Nel grado in cui Carl Joseph ed i suoi simili per spirito si sottomettono ai meccanismi della società ne consegue che la loro vita diventa vuota e priva di significato; contemporaneamente si manifesta la fragilità e la vuotezza delle norme e convenzioni a cui non si crede più.

Anche la vita del padre di Carl Joseph von Trotta viene rappresentata tutt’altro che come significativa. Anche il capitano distrettuale, un rappresentante davvero eccellente del pensiero conservatore dal punto di vista letterario, viene tenuto costantemente sotto il controllo critico del narratore. L’immagine caratteriale di questo personaggio statico, il cui raggio d’azione nelle vicende del romanzo risulta estremamente limitato, viene costruita dall’autore soprattutto in due modi : in primo luogo attraverso descrizioni di eventi di tutti i giorni, tipici, ripetibili e situazioni nella vita del capitano distrettuale ( esempi : pranzi rituali, dialoghi formali col figlio, comportamento arrogante con il personale e con persone di diverso grado sociale per nascita, corrispondenza rigido-formale con Carl Joseph, frequentazione di locali da caffè, passeggiate, partite a scacchi con il dott. Skowronnek.), in secondo luogo attraverso la riproduzione dei pensieri, opinioni e idee caratteristici di lui. Roth si comporta con il capitano distrettuale similmente a Musil nell’opera L’uomo senza qualità dove vengono presi in giro i punti di vista del generale von Bordwehr e del conte Leinsdorf attraverso analisi interiori ironicamente stilizzate. Il culmine di queste descrizioni di pensiero non si trova, come in Carl Joseph, nell’ambito privato e individuale della vita interiore, bensì nei punti di vista politici e sociali e nei cliché di pensiero di questo burocrate strenuamente conservatore. L’ironica aggressività di cui Roth ha fornito soprattutto queste parti del romanzo conferisce all’opera un effetto satirico fino ad ora troppo poco preso in considerazione. Nel capitano distrettuale l’autore caratterizza e prende in giro la realtà sociale dello stato monarchico che viene servito dal funzionario amministrativo, come dice il pittore Moser, in qualità di “ sostituto/vice “. Un tipico exposé di pensiero appare quando il signor von Trotta si preoccupa dell’influenza demoralizzante dei “ socialdemocratici di lingua tedesca “ : “ Tutto ciò che le parti disubbidienti della popolazione intraprendevano per indebolire lo stato, per offendere immediatamente o in modo indiretto Sua Maestà, l’imperatore, per rendere le leggi più impotenti di quanto comunque non lo fossero già, per rompere la tranquillità, per ferire il decoro, per schernire la dignità, per costruire scuole ceche, per imporre deputati dell’opposizione: tutto ciò erano azioni intraprese contro lui stesso, il capitano distrettuale “ (131). La forma stilistica del discorso vissuto serve qui a scoprire ironicamente il modo di pensare reazionario. Il narratore si ritira totalmente offrendo i punti di vista di Trotta in un stile da resoconto marcatamente obiettivo, ma proprio attraverso la secca oggettività i pensieri vengono minati criticamente e messi a nudo come dubbi. Un sottile sottotono umoristico, che si mostra soprattutto nella scelta del vocabolo e nel parallelismo sintattico lega il narratore ed il lettore contro il capitano distrettuale.

La rinnegazione del signor von Trotta dalla prospettiva dello sguardo introspettivo/interiore con l’aiuto del discorso vissuto può venire proposta anche in modo chiaramente comico. Quando il capitano distrettuale si decide a far visita a suo figlio nella lontana guarnigione di confine, si dice : “ Lui aveva un’idea inusuale del confine orientale della monarchia. Due dei suoi compagni di scuola erano stati trasferiti in quel lontano paese della corona a causa di penosi errori d’ufficio, ai cui bordi si sentiva probabilmente già urlare il vento siberiano. Orsi e lupi e mostruosità ancora peggiori, come pidocchi e cimici, minacciavano là la civilizzata Austria. I contadini ruteni facevano sacrifici agli dei pagani, e gli ebrei si scatenavano crudelmente contro i beni stranieri. Il signor von Trotta portò con sé la sua vecchia pistola a tamburo “ (142). E’ strano come un funzionario di provincia non proprio dotato di fantasia tenti di farsi un’idea dei pericoli che lo potrebbero minacciare in un’altra provincia non appena lascia il suo mondo “ civilizzato “. La scena è doppiamente comica perché il lettore sa che Trotta stesso proviene da una provincia di confine – quella meridionale – e che i suoi antenati erano contadini sloveni. Grazie all’atto eroico di suo padre Trotta è divenuto velocemente un austriaco fedele che guarda le province slave dall’alto verso il basso, con sfiducia ed arroganza.

Nella caratterizzazione interiore del capitano distrettuale accanto all’uso frequente del discorso vissuto si trova anche il resoconto di pensiero in cui il narratore viene fuori come mediatore :

“Le minoranze nazionali” erano per i suoi concetti nient’altro che grandi comunità “

d’individui rivoluzionari “. Sì, era circondato solo e soltanto da individui rivoluzionari.

Credette persino di notare che questi si moltiplicavano in un modo innaturale, in un

modo che non corrisponde all’essere umano. Per il capitano distrettuale era diventato

del tutto evidente che gli “ elementi fedeli allo stato “ divenivano sempre più sterili

dando alla luce sempre meno figli, come provavano le statistiche dei censimenti della

popolazione che lui talvolta sfogliava. (214)



La forma del discorso indiretto ( “ per i suoi concetti “, “ credeva “, “ per il capitano distrettuale era diventato del tutto evidente “ ) nonché i concetti racchiusi tra le virgolette sottolineano qui l’atteggiamento referendario critico del narratore che prende per così dire le distanze da quanto detto. Il risentimento di Trotta verso le minoranze nonché la sua sensazione di minaccia portata da elementi ostili allo stato vengono messi a nudo in modo satirico umorista all’inizio del 16 ° capitolo in un lungo passo di cui la nostra citazione dà solo un assaggio. L’agitatore Cak, che “ apparteneva al partito socialdemocratico e tuttavia nel suo reggimento era divenuto caporale “ (214), gli dà da pensare che “ tutto il mondo consista da cechi : una nazione che lui considera ostinata, testarda e scema “ (214). Nella figura del capitano distrettuale Joseph Roth dà un importante contributo alla rappresentazione letteraria della mentalità prefascista che si stava sviluppando all’interno dell’impero.

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